LA TESTIMONIANZA DI BARBARA
All’inizio di febbraio di quest’anno sono andata in Spagna a Caceres, per incontrare Laura e conoscere la sua Associazione. Come sono arrivata li? Tutto è iniziato vedendo Loba, nel sito dell’Associazione, una mastina spagnola che sarebbe poi diventata la madrina del mio incontro con Laura.
Dopo alcune telefonate con Laura non ho resistito. La chiamata interiore era troppo forte. Dovevo partire, dovevo incontrarla e conoscere il suo lavoro quotidiano in Estremadura, realtà spagnola, dove in apparenza sembra tutto cosi bello e tranquillo; la realtà per molti animali è invece assai diversa. Già telefonicamente ero rimasta molto colpita sua dalla grande disponibilità, dalla sua apertura verso gli esseri umani, come, ad esempio, rispondere sempre al telefono, in qualsiasi momento, anche quando è impegnata in un’azione di salvataggio di un’animale. Durante il mio soggiorno ho voluto partecipare a tutti gli eventi quotidiani dell’Associazione. A Caceres gli animali vengono recuperati nelle situazioni piu’ disparate. Alcuni vengono dati via dai proprietari perché questi semplicemente non li vogliono più. Altri vengono abbandonati e quindi devono essere recuperati (a volte con difficoltà perché spaventati) e accuditi. Bisogna trovare loro una nuova famiglia. Altri sono vittime di abusi, maltrattamenti oppure sono feriti e necessitano di cure veterinarie e assistenza nella riabilitazione prima dell’adozione. Ci sono pure cuccioli di neanche un mese trovati buttati nei cassonetti; vanno nutriti in diversi momenti del giorno e della notte. I cani vengono accuditi con un’amore infinito da Laura in prima persona e dai volontari. I recinti vengono puliti e lavati quotidianamente. I cani hanno il tempo di giocare e correre a turno nel terreno circostante. Visto il loro numero vengono ospitati in due luoghi diversi, distanti alcuni minuti di macchina l’una dall’altro. Anche questo non facilita il compito. Poi ci si deve occupare dei cani che vengono adottati e quindi bisogna portarli a farli sterilizzare o castrare. Dopo l’intervento Laura li porta a casa sua per tenerli al caldo e seguirli piu’ da vicino, impresa possibile solo a lei, dal momento che a casa sua ha gia sette cani e dei meravigliosi gatti, tutti animali salvati.
Il suo impegno profondo di grande responsabilità e di consapevolezza l’ha portata di recente a creare un nuovo progetto: far collaborare il Comune di Caceres, l’Università Veterinaria e il Progetto Animalista per la Vita, nel dare assistenza agli animali bisognosi. Trovo fantastico questo tipo di collaborazione, perchè puo’ essere da esempio per altre città e anche contribuire a sviluppare nella popolazione una sensibilità maggiore nei confronti degli animali. Vedo Laura come un faro che porta la luce ovunque vada, con coraggio, fermezza, senza giudizio alcuno e sempre sorridente in ogni situazione, anche la piu’ difficile e incomprensibile. Laura non si lamenta mai e non sembra mai stanca. Infonde pace e tranquillità a chi le stà vicino. Questo lo si percepisce osservandola mentre si muove tra i suoi adorati cani che leggono la sua anima e riescono a vederla con gli occhi del cuore. Sono felice di aver incontrato Laura di persona e auguro a
chiunque di poter vivere quello che ho provato io tramite l’esperienza
diretta sul campo. Quanto vissuto mi permetterà di trasmettere piu’
facilmente agli altri il lavoro e il grande impegno dell’Associazione
Animalista per la Vita.
Barbara M.M.
LA TESTIMONIANZA DI SUSI
Come sono arrivata a conoscere il Progetto? Non lo saprei dire, forse attraverso qualche post di Facebook. Il fatto è che non l’ho più abbandonato e ho cominciato a leggere i profili dei cani, le storie a lieto fine e quelle che ad ogni parola strappavano le lacrime. In fondo è un’associazione come tante altre; ne conosco molte, serie ed impegnate allo stesso modo nel salvare tante anime indifese. Ma non so perché, al Progetto mi sono particolarmente affezionata e non è passato giorno senza che io guardassi gli aggiornamenti, esultassi ad ogni nuova adozione e piangessi alla pubblicazione di notizie terribili sul sito, che purtroppo non mancano mai. Nel corso di quest’inverno, poi, ho avuto modo di conoscere un po’ di più la tragica realtà spagnola. Nella rete rimbalzavano notizie su trasmissioni televisive che informavano sulla situazione del maltrattamento animale in Spagna (e che forse per la prima volta accendevano i riflettori del mondo sulle perreras, una realtà che a stento gli stessi spagnoli conoscono. Certo, per chi si interessa almeno un po’ di tematiche animaliste, situazioni di questo tipo non mancano: le perreras in Spagna, le corse dei levrieri in Irlanda, il massacro dei randagi in Ucraina per gli europei di calcio ed infinite situazioni di oltraggio, violenza, brutalità che l’essere umano riserva ai fratelli non umani. Non ho potuto evitare di conoscere ogni giorno un po’ di più quanto sappiamo essere indifferenti alla sofferenza animale, quanto siamo disabituati all’empatia e alla compassione. Ho capito che non si commette errore più grande che non fare nulla perché si può fare poco. Ho condiviso appelli, ho dato qualche piccolo contributo economico, ma non era sufficiente. Sentivo il bisogno di conoscere meglio la realtà che c’è dietro il Progetto e le persone che lo fanno vivere. Così ho deciso che, per quanto piccolo potesse essere il mio contributo in termini di tempo ed aiuto, era ora che partissi per la Spagna, a conoscere Laura e i suoi cani. La sera del mio arrivo, ancor prima di andare a cena, assieme a lei, Massimo ed Annalisa, ci siamo immediatamente imbattuti in una situazione di abbandono: gattini piangevano dentro un casa abbandonata. E così giorno dopo giorno, mai uno senza un’emergenza, un abbandono, un maltrattamento; tutte le giornate di questi ragazzi in Spagna sono scandite da simili episodi e si devono dividere tra un recupero lungo una strada ad alta percorrenza, un cane divorato dalle zecche lasciato tra un cumulo di macerie, un gatto in agonia appeso con una corda al collo, il salvataggio di un mastino che rischia la soppressione, solo perché i padroni non vogliono pagare le spese per l’operazione. Perché in Spagna, per la maggior parte, funziona così: se il tuo cane, quasi sempre di pura razza, ha qualche problema che richiede un intervento medico, si preferisce la soppressione o l’abbandono. Lo stesso vale se ti devi trasferire e non puoi portare con te il cane o se questo, dopo aver vissuto con te per 14 anni, cerca di ribellarsi alle molestie che i tuoi cuccioli umani gli procurano senza sosta. Si potrebbe obiettare che da noi esistono casi simili, ma vi assicuro che là è la norma. Laura e le persone che collaborano con lei cercano di far fronte ogni giorno con ogni possibile mezzo a queste situazioni, con il risultato che i due canili, quello comunale che l’Associazione ha in gestione e il Rifugio degli innocenti spagnoli, sono pieni zeppi di anime. Vi sono gatti e cani di ogni taglia e razza, ma tutti incommensurabilmente miti e alla ricerca di una carezza. Mi ha sconvolto la pazienza con cui aspettano un gesto d’affetto, la mitezza con cui ricevono un abbraccio o un bagnetto rinfrescante sotto il sole cocente che incendia il cemento del box e che li fa ansimare fino a tarda sera. Tutti aspettano il proprio turno e anche se per poco tempo, nessuno di loro viene deluso. Quando Laura arriva al canile si accende la gioia e la vita di questi innocenti assume un senso. Tutti ricevono le cure necessarie, i box sono lavati scrupolosamente, l’acqua cambiata, il cibo versato nelle ciotole; quelli bisognosi vengono curati, portati in clinica dove Massimo si prende cura di loro; a nessuno viene fatta mancare una carezza. Ma loro sono tantissimi e le risorse umane e finanziarie sempre troppo poche. Annalisa, studentessa italiana in Spagna, sta condividendo l’impegno di Laura e così una manciata di volontari spagnoli. Solo la grandissima tenacia, lo strenuo lavoro, l’immensa forza di volontà di queste straordinarie persone e soprattutto di Laura, permettono a questa Associazione di sopravvivere.
Laura non si stanca mai, non dedica un momento a se stessa, non ha vanità, non si arrabbia, sorride e comprende, con infinita pazienza e dolcezza cerca soluzioni a situazioni che sembrano non averne, è animata da una fiducia ed un ottimismo che ognuno di noi avrebbe perso dopo qualche giorno, non giudica, accoglie ed agisce. Resiste. Perché non può certo cambiare il mondo, ma ha fiducia che quanto fa, vi può contribuire e soprattutto può cambiare il mondo a quelle poche anime che riesce a salvare. Tutte, senza distinzione di razza, taglia o stato di salute, provenienza. E’ questa l’anima del Progetto Animalista per la Vita e comprenderla e condividerla, seppur per poco tempo, aiuta a ridimensionare le ansie quotidiane, le frustrazioni della quotidianità, a riassegnare il giusto peso alle cose, a riconoscere ciò che è indispensabile da ciò che non lo è. Non è mia la frase che recita: “Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”. Conoscere Laura e il suo Progetto avvicina a questa dimensione. Pertanto non posso far altro che ringraziare chi mi ha permesso di vivere questa esperienza, così appagante per il piacere di vivere l’amore gratuito di tutti i cani e dal profondo valore umano, per la ricchezza straordinaria che persone come Laura sono ancora in grado di trasmettere. Alla fine, io che volevo aiutare sono stata aiutata: ad aver fiducia, speranza e coraggio, perché ho sperimentato che esistono ancora persone straordinarie, che sanno infondere amore e positività con il loro operato ed il loro sorriso.